lunedì 26 gennaio 2009

Lo sai perché il vento è trasparente?

Tanto tempo fa, il vento aveva un colore.
In realtà, ogni vento aveva un colore, l'aria assumeva una tinta molto varia a seconda dei giorni.
Ciò era molto comodo poiché così, si potevano riconoscere subito.
Per esempio, la tramontana, quel vento del nord ovest, era verde scuro, il maestrale, altro vento del nord, era azzurro oltremare e il Grecale, che viene dalla Grecia, era viola.
Non appena si metteva il naso fuori, si poteva dire: « guarda, tutto è arancione, sarà il Libeccio! » perché il Libeccio, un vento del sud, era arancione e, quando tirava, tutto diventava arancione.
Era proprio come se un velo arancione si posasse sul mondo: le moto, i maiali, le banane, le strade, la gente, tutto sembrava arancione. Non si potevano più discernere le arance dai pompelmi né gli asini dalle zebre, non si vedevano più le striature.
Anche una leggera leggera tramontana verde acqua senza pretese, trasformava il mondo che diventava irrimediabilmente verde acqua, finché il vento non girasse.
Nel mezzogiorno, talvolta tutto era verde scuro, di un colore profondo e puro: era la tramontana che soffiava. Le bici, le balene, le mele, i fiumi, la gente, tutto era verde.
Ma altre volte, in un attimo, il vento girava. All'epoca, quando la tramontana se ne andava a dormire e le succedeva lo scirocco, in pochi secondi tutto diventava giallo oro: i monopattini, i kiwi, il mare, la gente.
Questi improvvisi cambiamenti di colore venivano chiamati « l'inversione ».
Facevano tanto ridere i bambini!
La gente, in questo periodo, non aveva nessun problema per vestirsi: tutti indossavano vestiti bianchi e lasciavano che il vento li colori. Talvolta, durante un miglioramento temporaneo di alcuni secondi, tutti si ritrovavano bianchi bianchi. Ma non durava mai a lungo, il vento tirava quasi senza tregua.
Tutto ciò, era il tempo in cui il vento aveva un libero accesso su tutta la superficie del pianeta, molto prima che i muratori non costruirono capannoni per proteggersi dal maltempo.
Quando si cominciarono a trovare tecniche per costruire palizzate, muri, case e pure castelli o scuole, il vento non poté più invadere a piacere tutti gli angoli più riposti del pianeta. Si rompeva il naso sulle porte chiuse e doveva aggirare tutti gli edifici nei quali si nascondevano le persone e gli animali.
La gente cominciò a trovare che i vestiti bianchi erano scialbi e si abbigliarono di colori accesi, vari. Ognuno sviluppò un gusto particolare per certe tinte e prese delle abitudini relative al vestiario. Due gruppi si formarono: quello dei colori freddi da una parte, quello dei colori caldi dall'altra. E poi, nello stesso gruppo, ci furono sotto gruppi. Tra i colori caldi, c'erano il rosso, l'arancione, il giallo. E poi, in questo sotto gruppo, altri raggruppamenti: tra i rossi, il carminio, il granata, il vermiglione.
I venti, che assistevano a questo spettacolo dall'alto, non riuscivano a crederci.
Furono talmente delusi di constatare queste segregazioni, talmente offesi di vedere la gente nascondersi e uscire con vestiti colorati senza neanche preoccuparsi di loro, che si riunirono tutti per affrontare il problema.
Consideravano di essere stati ingiustamente maltrattai. Loro, che avevano sempre portato la gioia dei loro colori senza contare e senza fare nessuna differenza tra le persone o i luoghi, erano stati dimenticati con un'indifferenza imperdonabile.

Fu deciso da una commissione speciale che i venti sarebbero diventati incolori finché gli esseri umani non avrebbero ritrovato un minimo d'umiltà.
Se preferisci che siano trasparenti, non aver paura, sembra che durerà molto a lungo.

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