mercoledì 4 giugno 2008

è possibile un'avventura tra un basilico e una cornetta... o no?



Pour mon avant-dernier jour au lycée, voici l'histoire de Lorenzo.


C'est le basilic qui habite devant chez Anna qui l'a racontée à Cesare. Il voulait ainsi le remercier d'avoir été arrosé avec amour. Cesare s'occupe très bien de ses plantes.


La traduction essayera de suivre...


Clin d'oeil à la passion de mamma pour l'éclairage urbain avec "i lampioni", le choeur de l'histoire!
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Grazie Cesare di avermi annaffiato !
Per mostrati che non sono un basilico ingrato, ti racconto la storia di un amico mio, Lorenzo.
Durante i primi giorni di maggio, una vecchietta del paese lo aveva messo in terra ed era cresciuto in piazza Rodio, al numero 3, tra le due porte dell'associazione culturale Giuseppe Verdi. Sì, proprio lì, di fronte alla Chiesa. Lorenzo aveva un temperamento eccezionalmente allegro, e si riempiva di gioia per ogni minuscolo avvenimento. I tre lampioni della piazza, quei soliti chiacchieroni, lo prendevano in giro “questo basilico, uno spirito semplice sarà, per avere questa faccia da pianta grassa” (questa è un'espressione da lampione). Si accontentava di quello che aveva (cioè le sue foglie) e non aveva bisogno di nient'altro per vivere (tranne l'acqua che gli dava la vecchietta). Un sogno nel cassetto però, ce l'aveva pure lui.
Da quando aveva visto la luce del giorno, vedeva in continuazione delle persone passare. Alcune camminavano veloci, sapevano dove andavano, altre passeggiavano leggere e sbadate. La terza categoria era quella più strana. Pantaloncini, borsa a tracolla, sguardo meravigliato e... soprattutto... macchina fotografica in mano! Quando arrivavano, i lampioni mormoravano “i turisti “10 fotografie al secondo” arrivano”
Arrivavano sulla piazza, subito lo sguardo s'innalzava, la testa dondolava, il collo si allungava. Facevano due passi avanti, due passi indietro. Poteva sembrare una coreografia, una danza locale dedicata alla chiesa ma non era così. La macchina fotografica ficcata davanti agli occhi, cercavano l'angolazione migliore per immortalare la chiesa. E abbastanza buffo se si pensa che: la chiesa è molto più immortale di noi (e se proprio la vogliono rivedere, possono più semplicemente tornare) e comunque, un'angolazione buona per fotografare questa chiesa proprio non esiste. Potevano passare ore ed ore a girare la macchina, a torcersi il collo, a discutere per trovare un'idea geniale, ma non ce la facevano mai. Il fotografo deluso, di solito, faceva vedere lo scarso risultato sul mini-schermo della sua macchina al suo accompagnatore e una smorfia comune lasciava pensare che entrambi immaginavano il commento che avrebbe poi accompagnato l'esibizione di questa foto ad amici: “un incubo questa chiesa, impossibile da fotografare!”.
Povera chiesa, giudicata in base al suo essere fotogenica o meno!
Il basilico, intanto, guardava passare queste macchine fotografiche e sognava di averne una. Sperava che un giorno, qualche turista distratto avrebbe dimenticato l'arma proprio davanti a lui...
Ne discusse a lungo con l'imposta, alla sua destra, e insieme, scelsero una strategia.
Un turista stava guardando in su quando l'imposta gli diede un colpo e fece cadere la macchina proprio davanti a Lorenzo che la afferrò, e provò a nasconderla dietro, in un buco che aveva cavato nel muro. Purtroppo il buco era rotondo e la macchina invece, era rettangolare. Lorenzo ebbe un po' di panico ma si calmò e in quattro e quattr'otto, riuscì a bloccarla tra l'imposta e la presa d'aria, un po' più a sinistra.
Il turista, per miracolo, non si accorse proprio di niente. Neanche i lampioni dissero una parola.
Non vi dico e non vi conto quanto era felice il nostro caro e verde basilico! Possedeva ormai un tesoro! Lo usava con molta parsimonia, come uno che non vuole logorare un oggetto prezioso. Ogni giorno, quando la campana della chiesa suonava le 6, allora si permetteva di scattare una sola fotografia. Prima guardava attentamente tutti i dettagli intorno a sé, sceglieva un angolo che ancora non aveva notato e allora sì, premeva il pulsante. Con il sorriso di un bambino il giorno di natale, e l'aria di chi ha appena scoperto che cos'è l'amore, spegneva la macchina e la sistemava sopra la presa d'aria.
Mai guardò una sua foto. Il piacere era solo nella contemplazione che precedeva il gesto e nel sapere che, se un giorno volesse vederle tutte, basterebbe mettere in moto l'aggeggio.
A poco a poco, Lorenzo riuscì a fare le foto di tutti i particolari della piazza che gli piacevano e cominciò a sentire il bisogno di vedere altro. Mica voleva fare il giro del mondo! No, stava troppo bene in piazza per avere l'idea di andarsene. Voleva solo scoprire la piazza da un altro punto di vista.
Una sera, poco prima delle 6, diede la macchina alla pianta vicina. Il giorno dopo la passò ad un'altra e così via, fino all'ultima pianta allineata di fronte alla chiesa. L'ultima pianta aveva ricevuto, da un turista sbadato, un telefonino e chiamava tutto il giorno amiche e amici e parenti e, pur di chiamare. “un po' esagerata come pianta” dicevano i lampioni.
Insomma, ogni pianta ebbe l'incarico di fare una foto, una sola, e di un particolare della piazza che le piaceva in modo particolare. Poco dopo le 6, la macchina tornava tra le foglie del basilico e lui guardava con molta attenzione il risultato. Era affascinato : ogni giorno gli sembrava di scoprire un particolare estremamente esotico che non aveva mai notato da solo. E, mentre prima non guardava mai le sue, adesso passava ore a contemplare queste foto.
La presenza di questo basilico esteta e un po' anomalo faceva parlare tutti. Il lampione, quello dell'angolo, raccontava ciò che vedeva alle strade adiacenti che non potevano vedere la piazza e volevano sapere com'era l'ultima foto. Era sempre molto eccitato all'idea di ricevere l'immagine e i lampioni, i soliti pettegoli, seguivano con ansia le sue reazioni e commentavano i cliché.
Otto erano le piante. La prima pianta scattò le cummerse a destra. La seconda scelse la pattumiera a sinistra, sotto il lampione. La terza immortalò il bassorilievo in alto a sinistra. La quarta la statua della chiesa, a sinistra, sul cielo azzurro. La quinta mandò al basilico il raccoglitore di medicinali scaduti. La sesta fotografò la scritta sulla chiesa “divietata l'affissione”. La settima prese il lampione a sinistra.
Una sera fu eccezionalmente commovente. L'ultima pianta, quella col telefonino, scattò la foto e la diede al basilico. Lui prese la macchina, la accese, i suoi occhi si spalancarono e poi cominciarono a tremare e alla fine, si riempirono di lacrime.
La pianta aveva fotografato la cabina telefonica.
Per una persona che ne ha già viste mille di cabine, sempre un po' malandate, sempre un po' vecchie, non è un granché scoprirne un'altra. Ma lui, poverino, non ne aveva mai vista manco una e non sapeva che ce ne fosse una in piazza. Da quel posto dove campava fin dalla nascita, non si vedeva che c'era una cabina arancione a due passi. E quando la vide Lorenzo, ciò che pensò subito fu: “questa è la cosa più bella che io non vidi mai in vita mia”. E i lampioni a commentare “troppo sensibile è, questo basilico”
Da questo momento, l'unica cosa che volle fare fu avvicinarsi alla cabina telefonica. Ma lui non sapeva camminare. Per fortuna, ebbe un'idea: chiese all'ultima pianta della piazza di scambiare la macchina fotografica contro il suo telefonino. Non si interessava più alle foto, contava solo la cornetta. La pianta ci pensò un po' e poi accettò. Appena ricevette la macchina, si mise ad usarla ad ogni istante per ogni insignificante dettaglio. Lorenzo, invece, quando finalmente ebbe tra le foglie il telefonino, aspettò un giorno prima di provare a premere un tasto. Poi, chiese il numero della cabina ai lampioni e la chiamò, una sera, dopo che le campane avessero suonato le 6.
E quando, finalmente, questa rispose, ecco quello che di dissero.
- Pronto!
- Ciao!
- Chi sei?
- Lorenzo, il basilico un po' a destra.
- ...
- Non mi vedi perché sono nascosto in un angolo... ti ho vista su una foto ...
- Ah, ho capito. I lampioni parlano spesso di te. Son chiacchieroni sti lampioni...
- ...
- Che cosa vuoi?
- ... (era un po' timido, poverino)
- Senti, ho altro da fare. C'è una pianta qua che non smette di fare delle foto. Devo truccarmi e cambiare vestito.
- Ah. Ho capito. Allora, ciao. Ci sentiamo.
- Certo, ciao!

I lampioni dissero: “Ah, l'amour!
Il basilico buttò il telefono.
La pianta più vicina se lo prese e cominciò a fare un sacco di telefonate ad amiche ed amici e parenti e.
L'imposta disse a Lorenzo che se voleva aver successo con le cornette, doveva essere più eccessivo. “Va di moda l'eccesso, per piacere, esagera ! Tu fai una foto al giorno, ci vogliono 24 ore per farti telefonare... sei tristemente parsimonioso.”
E i lampioni “Povero basilico sognatore e ingenuo. Faceva meglio a non innamorarsi affatto. Così si perse 'ingenuità, la macchina fotografica, l'amore e pure il telefonino.”
E invece, no. Le cosa non andavano proprio così.
Ci volle un po' di tempo, ma dopo due giorni (sono tanti due giorni nella vita di un basilico), Lorenzo ritrovò questo suo sorriso da bambino innocente. Era felice come prima, a chiacchierare con le imposte e prendeva anche in giro le cornette civette.
Un giorno però, la vecchietta invitò un cugino genovese a pranzo. Preparò le orecchiette fresche, quelle fatte in casa e si sentì in piazza una voce rauca: “le orecchiette al pesto, si possono fare?”
E i lampioni a ripetere “le orecchiette al pesto, si possono fare?”.

1 commento:

Ecligma ha detto...

Orrore!!!!!!!Caduta massi !!!!
Pesto è uno "Serial Killer" ......

Bouleversée par cette magnifique saga, je suis allée voir le mien, (de basilic)... Sa discussion récente avec les escargots a déjà provoqué quelques troubles.... Je vais sans doute lui mettre "un lampione... due lampioni?...." Vedro....
Je suis intriguée par les "fanali per l'illuminazione della piazza!!!!!"
Ils ont un côté "choeur" de tragédie grecque...