lunedì 9 giugno 2008

Riuscirà Mozzarello a ritrovare il manto misteriosamente scomparso in Europa?

Per questa storia, ho sostituito le parole femminili con le equivalenze maschili e vice versa. Così, il cornetto diventa la cornetta, la razza diventa il razzo. Attenti, più sottile, l'anno diventa la luna o il mare, l'amara.
Forza!

Questa è la storia di Mozzarello.
(che in una vita normale si sarebbe probabilmente chiamato Mozzarella, ma...)
Abitava in un caso che nessuno riusciva mai a trovare se non girovagando senza meta precisa nella città. La città era Locorotonda, un bel paese in riva all’amara, con un magnifico lungomare coperto di nebbia in alcune benedette mattinate di primavera.
Per tornare a caso suo, Mozzarello passava dal porto e si tuffava nell’amara.
Tutte le mattine, a colazione, mangiava una cornetta e beveva un poco di latta. Quando era sazio, andava ad annaffiare i pianti. Aveva una passione smisurata per i pianti: ne aveva di tutti i colori e di tutti i razzi, alcune venivano addirittura dall’Asia minore (la sorellina dell’Asia maggiore, tutte e due abitavano molto lontano). Di qualunque razzo sia, è facile viaggiare per un pianto (ci vuole un attimo ad attraversare il viso dall’occhio alla menta).
Un vizio però, ce l’aveva Mozarello: fumava i cani. Si sa che in questo mondo, nessuno è perfetto. Tutti i suoi soldi servivano a comprare le cornette per la colazione e i cani per rilassarsi dello stress del suo lavoro. Lavorava in una scuola frequentata da lune provenienti da tutta la galassia. A volte, una luna era un po’ più agitata delle altre e doveva gridare un poco per ottenere il silenzio, ma quello che più lo stressava è che, essendo lui l’unico insegnante, doveva essere in grado di rispondere a tutte le domande...
Quando non sapeva rispondere a una domanda, diventava rosso rosso rosso, cominciava a balbettare e sentiva un caldo tremendo. Appena tornata a caso, tirava fuori tutti i suoi libri e li leggeva, uno dopo l’altro finché non trovasse la soluzione al problema.
Un giorno, una luna gli chiese: “senta prof, che cos’è il Seno?”
Sintomi descritti prima: rosso, balbuzie, caldo. Le lune sapevano che voleva dire che doveva tornare a caso e lo lasciavano partire di corsa.
Dopo ore di ricerche, trovò finalmente che era un fiume francese che attraversava il capitale, Parigi. Se ne tornò subito a scuola per portare la risposta ma un’altra luna aveva già un’altra domanda: “per favore prof, mi può spiegare qual è il problema con la zona?”
Rosso, balbuzie, caldo. A caso.
Tornò dopo un po’ e spiegò l’inquinamento, l’effetto serra, e tutto ciò che riuscì a memorizzare.
Ecco perché la sera, fumava i cani. Si doveva sfogare.
Un giorno però, un dono cadde dal cielo.
Era seduto al bar, cominciava a mangiare un pizzo margherita quando il moro gli piombò adosso. Il manto arrivò e chiese: “signore, per favore, che oro è?”.
“Cinque euro” disse lui, fiero di poter rispondere senza una crisi di panico.
“Mah, s’è fatto tardi... mi sa dire se posso ancora mangiare in questo locale?”
Mozzarello guardò il suo pizzo e disse che pensava proprio di sì.
Le propose di mangiare insieme a lui e lei ordinò una luce al braccio.
Parlarono, si buttarono Pietro (poverino, non c’entrava), scambiarono sorrisi complici e, guarda casa, s’innamorarono. Il manto di Mozzarello, però, abitava lontano e dovette tornarsene a casa. Mozzarello, il solito sbadato, dimenticò di chiederle dove abitasse.
Non appena se ne andò il manto, cominciò a sentire il vuoto lasciato dal senso del moro. Manco poteva telefonarle né scriverle, era partita senza lasciare l’ombra di un indizio che permettesse di rintracciarla.
Erano rimasti insieme pochi minuti ma Mozzarello provava una grandissima fetta e non riusciva più a lavorare a scuola. Le lune si preoccupavano per lui. Volevano aiutarlo ma non sapevano come fargli ri trovare il gusto della vita. Vedendo che non ascoltava più niente ed aveva in continuazione un’aria assente e triste, gli offrirono un motto.

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