venerdì 23 maggio 2008

« I librai sono come i panda »


J’ai rencontré quelque chose de chaleureux et de vivant à la fois, de singulier et de rassurant, quelque chose qui n’était pas très grand mais d’une richesse rare ; j’ai rencontré une librairie. Une vraie. Avec des livres, des étagères, des couloirs pour circuler, comme dans beaucoup d’autres mais surtout, avec une libraire. Une vraie. Une qui lit, apprécie, commente, critique, s’enflamme, conseille, débat et écoute. C’est elle qui m’a conseillé le livre de Culicchia il y a deux jours, j’y suis retournée aujourd’hui pour en parler avec elle. Je suis arrivée dans une ambiance jazz relaxante qui semblait murmurer : « arrête toi un peu, regarde les livres, prends le temps de goûter leur saveur, laisse toi aller au plaisir de flâner parmi les pages ». Je suis très obéissante aux appels de ce genre, j’ai longuement regardé les couvertures, j’ai parcouru quelques lignes, en me laissant bercer par Pieranunzi (le jazzman que la vraie libraire m’a proposé de m’enregistrer). Et justement, dans le livre de Culicchia, il y a un très bel extrait sur les libraires.
Le voici, pour Aurélie, Claire et les plus courageux.

A proposito di librai: Torino, la città della Fiera del Libro è città di librerie. Ce ne sono davvero tantissime. Probabilmente anzi è la città con la più alta percentuale di librerie pro capite. In Via Garibaldi ce ne sono tre. In Via Po cinque. In Via Roma e dintorni sette. Poi c’è quella all’angolo con Piazza Carignano, quell’altra dentro Piazza Carlina, quella in via Principe Amedeo. E quelle intorno all’Università, quelle antiquariate e quelle di quartiere. E poi quelle specializzate il libri usati, scolastici e non, che solo tra Piazza Castello e Piazza Vittorio sono una decina. Eppure, anche qui come altrove, la specie dei librai è in via di estinzione. I librai in Italia si stanno estinguendo da Gorizia a Trapani. La lotta del resto è impari. Nel notro paese si legge pochisimo e il libro se va bene lo si regala a Natale, quando per definizione non si sa cos’altro regalare. I librai che oggi come oggi resistono al nuovo corso e dunque alla concorrenza di catene e supermercati e centri commerciali sono gli ultimi esemplari ancora in circolazione, e difficilmente verranno sostituiti. Se per caso ne conoscete, e se continuate a frequentarli malgrado non vi facciano lo sconto sul prezzo di copertina o in oni caso non vadano oltre il dieci per cento, abbiate cura di loro. Sono come i panda. Una volta fare il mestiere di libraio era tutta un’altra cosa. Anche perché non venivano pubblicati tre milioni di nuovi titoli ogni due giorni, e il libraio non era costretto a calarsi quotidianamente nei panni del magazziniere e del contabile e dell’analista finanziario specializzato in reddittività a metro quadro, né si ritrovava a passare ore davanti al terminale per inserire i nuovi titoli di cui sopra ‘a computer’. Così avevano perfino un po’ di tempo per sfogliare i libri freschi di stampa e farsene un’idea e poi suggerirli ai suoi clienti in base ai loro gusti o alle loro esigenze. In questo senso talvolta il libraio oltre a essere un commerciante sapeva anche essere una specie di fido consigliere, o addirittura di medico dell’anima. Allora, ma qui si parla dell’età della pietra, il libraio conosceva a memoria i cataloghi delle varie case editrici. Cosa che pretendeva anche dai suoi collaboratori. Adesso naturalmente non serve più. Ci pensano le macchine.
Risultato: qui a Torino, qualche settimana fa, una mia amica è entrata in una libreria inaugurata di recente, e quando ha chiesto La Certosa di Parma si è sentita rispondere: “Che lei sappia, è una novità?”. Ormai, un classico.

Giuseppe Culicchia, Torino è casa mia, editori Laterza, 2005

Ce livre m’a beaucoup plu.
Il m’a décidément donné très envie de retourner à Turin.

1 commento:

Unknown ha detto...

Salviamo i panda!!!
C'est si apaisant et enivrant à la fois de feuilleter un bouquin dans une librairie digne de ce nom...